Bella, ma che balla

Marta Montiglio,

Abbiamo deciso di mettere in piedi questa nuova rubrica, cominciando con un articolo che esprima a pieno l’obiettivo per cui è nata: dare voce agli studenti; permettere loro di raccontare la propria storia, le proprie idee e i loro sogni.

Partiamo da colei che definirei una tra le ragazze più popolari del Sobrero: Marta Montiglio (17 anni, 4LI). E’ stata Miss Sobrero, nonché rappresentante di istituto; carica che ricopre tuttora con “carisma e consapevolezza di sé”- citando Ettore Pane (Rappresentante capolista).

<< La mia avventura da rappresentante è iniziata quasi per gioco, per poi diventare l’occasione per dimostrare chi sono- ci racconta Marta- Ho sempre detestato che mi definissero “bella”, come se fosse la mia unica caratteristica. Non perché non ami i complimenti, piuttosto perché l’unica cosa che non amo è essere sottovalutata. Mi piacerebbe che le persone non si fermassero al mio viso, o meglio all’apparenza, magari etichettandomi di primo acchito come “la bella che non balla”. Sono una persona fatta di carne, ossa, sangue e passione, non di marmo. Ho deciso di sfruttare “il potere dell’apparenza” per dimostrare che sono molto di più che qualcosa da contemplare; vorrei che mi considerassero come qualcuno da ascoltare.

Ho moltissime passioni, come il pianoforte. Suonare mi proietta in un’altra dimensione. Vedo la musica come la forma più pura di meditazione, che mi permette di ritrovare il mio baricentro, soprattutto nei momenti no. Qual è per me la caratteristica fondamentale della rappresentante che miro ad essere?

E’ essere impavida, non aver paura di dibattere con docenti e collaboratori. Anzi, se questo non succede mai vuol dire che non sto ricoprendo con impegno il mio ruolo. Rappresentiamo pur sempre “l’opposizione”. >>

Per concludere, le abbiamo chiesto un consiglio per le nuove leve di studenti e lei ha risposto così:

<<Se dovessi estrapolare una massima da ciò che ho imparato in questi anni direi: “Studiate per vivere e non vivete per studiare”. La cultura e la conoscenza devono essere quella marcia in più, quel filtro colorato attraverso il quale osservare il mondo sotto una luce diversa; non lo scopo ultimo della vita. Bisognerebbe avere l’approccio giusto verso lo studio, avendo appetito di nuove storie da raccontare. La carriera è l’ultimo dei fini da ricercare, verrà strada facendo.>>